Durata dell'intervallo QT e mortalità


Un prolungamento o una riduzione estremi dell'intervallo QT predispongono i pazienti ad aritmie ventricolari maligne e a morte cardiaca improvvisa, ma l'associazione delle variazioni dell'intervallo QT all'interno di un range di riferimento rispetto alla mortalità nella popolazione generale non è ben definito.

Sono stati inclusi in uno studio 7.828 uomini e donne dello studio NHANES ( Third National Health e Nutrition Examination Survey ).

L'intervallo QT al basale è stato misurato tramite normali letture elettrocardiografiche ( ECG ) a 12 derivazioni.
La mortalità è stata valutata fino a dicembre 2006 ( 2.291 decessi ).

Dopo un follow-up medio di 13.7 anni, l'associazione tra intervallo QT e l'end-point di mortalità ha assunto una forma a U.

L'hazard ratio multivariato aggiustato, che ha confrontato i partecipanti pari o superiori al 95° percentile di età, sesso, etnia, e l'intervallo QT corretto per l'intervallo RR ( maggiore o uguale a 439 millisecondi ) con i partecipanti nel quintile centrale ( da 401 a meno di 410 millisecondi ), è stato pari a 2.03 per la mortalità totale, 2.55 per la mortalità dovuta alle malattie cardiovascolari, 1.63 per la mortalità dovuta a malattia coronarica e 1.65 per la mortalità non-cardiovascolare.

I corrispondenti hazard ratio che hanno confrontato i partecipanti con un intervallo QT corretto al di sotto del 5° percentile ( inferiore a 377 millisecondi ) con quelli del quintile centrale sono stati 1.39 per la mortalità totale, 1.35 per la mortalità da malattia cardiovascolare, 1.02 per la mortalità per malattia coronarica e 1.42 per la mortalità non-cardiovascolare.

L'aumento della mortalità è stato osservato anche con variazioni meno estreme della durata dell'intervallo QT.
Associazioni simili, seppur più deboli, sono state anche osservate con intervalli QT corretti con la formula di Bazett.

In conclusione, un accorciamento o un allungamento della durata dell'intervallo QT, anche all'interno di un range di riferimento, sono associati a un aumento del rischio di mortalità nella popolazione generale. ( Xagena2011 )

Zhang Y et al, Arch Intern Med 2011; 171:1727-1733


Cardio2011



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